In un giardino incantato creato dalla malinconica fantasia di una donna mesta e provata dalla vita nasce una storia imprevista e imprevedibile: si dipana un giallo, un fantasy, un dramma, un romanzo sentimentale… non si può dire. Nulla di ciò e tutto di questo insieme. Si attraversano case, palazzi, quartieri, paesi e nazioni. Si incontrano uomini, donne, studenti, gente di malaffare, nomadi, senza tetto, artisti. Ci troviamo nel bel mezzo di uno spettacolo circense tra equilibristi, domatori, clown e contorno di fuochi di artificio.
Si potrebbe credere a questo punto di avere scoperto il genere di questo testo sorprendente, inquadrandolo nella pura fantasia e nel sogno ma si commetterebbe un grande errore. Niente è più attuale e reale del tema trattato, così dolente e drammatico. È quell’argomento che probabilmente sfiora e ha sfiorato – se non toccato – tutti noi; è quel morso che ci segna le carni, che custodiamo gelosamente e con accurata riservatezza, perché temiamo il giudizio della gente.
La chiave che scioglie la storia è il sentimento, l’amore non egoista, la solidarietà delle persone. Non potrebbe però esserci soluzione né conclusione senza apertura verso gli altri, senza chiedere aiuto, senza socialità e contatto tra gli uomini di questo nostro mondo, l’unico che abbiamo.